Intervista a RICCARDO BURCHIELLI

Intervista a Riccardo Burchielli a cura di Youthless fanzine

- Siccome Youthless è una fanzine musicale….è vero che suoni il basso in un gruppo metal?
Sì. La musica è la mia grande passione. Suono il basso, però, non in un gruppo di metal, ma di rock alternativo. Un tempo si diceva così. Ora credo che basti rock. Comunque solo pezzi nostri e tutti rigorosamente in italiano. Myspace.com/daprockfirenze è il nostro sito se siete curiosi.

- Data la tua abilità…disegni tu le copertine dei dischi della band?
Bhe, sì. Ma raramente ho fatto cose disegnate. Più che altro mi diverte lavorare di grafica e fotoritocco.

- Il tuo esordio è stato nel fumetto John Doe…ci fai un riassunto veloce di come tu sei arrivati lì?
A John Doe ci sono arrivato in un momento in cui non speravo più potesse capitarmi di fare il fumettista e perché anni prima avevo seminato un sacco di fotocopie a destra e sinistra. L’autopromozione è fondamentale se si vuole arrivare all’attenzione degli editor e degli editori.

- Leggevi molti fumetti da bambino? E quando hai cominciato a pocciarti le dita di inchiostro?
Sì. Purtroppo ne leggevo più prima di ora, aimè. Il disegno è iniziato molto presto, con la lettura. Ho iniziato scopiazzando i fumetti di Jimenez che pubblicavano sull’Eternauta.

- Hai un blog (http://ricxx.blogspot.com). Quanto è importante usare internet nel tuo lavoro? (però aggiornalo!)
Internet è un gran mezzo. Soprattutto per la promozione. Io credo che avere uno spazio in cui postare i propri lavori accessibile a tutti, ben rintracciabile nelle liste di ricerca, sia d’aiuto. Non solo per la possibilità di essere notati e trovare lavoro. Ma anche per il confronto con le altre persone, gli altri fumettisti, i lettori in genere.

- Disegni il fumetto americano DMZ. Come funziona? Ricevi le sceneggiature, tu disegni e poi rimandi per avere l’ok?
Facciamo tutto tramite mail. Brian manda a me le sceneggiature. Io preparo le matite (che in realtà sono più degli sketch rifiniti) e dopo l’approvazione del mio editor parto con le chine. Le scansioni delle chine, poi, vengono postate su di un server della DC Comics. Come vedi, internet è molto comodo ;)

- E quando non c’era internet come funzionava?
Sinceramente? Non lo so. Ho iniziato che la rete già esisteva. Però credo che I tempi fossero moolto lunghi e che si facesse incetta di fax.

- Sceneggiatore, disegnatore, inchiostratore…alla fine è come avere una band!?
Bhe si. In un certo senso è la stessa cosa. Tanto più che lavorare su di un progetto come DMZ, con continuità, per lungo tempo, crea delle complicità e de meccanismi che possono assomigliare al lavoro di una band. Ci si capisce al volo, si diventa amici… insomma è una ganzata.

- Lavoreresti mai con uno sceneggiatore che non ti piace?
Bella domanda. Se ho la possibilità di scegliere tra più lavori, no. E’ ovvio. Ma in una situazione di emergenza sì. In fin dei conti è il nostro lavoro. E poi, alla fine, mi si chiede di disegnare. E la cosa non mi dispiace mai.
Direi che sono molto più schizzinoso sulle storie. Ecco. Ci sono dei generi, delle ambientazioni, che farei fatica ad affrontare.

- Il fumetto è il tuo lavoro?
In questo momento della mia vita sì.

- Quanto metti di autobiografico nei tuoi lavori?
Non essendo lo sceneggiatore dei miei lavori, poco. Ma ogni tanto mi diverto ad inserire nelle pagine cose che appartengono alla mia vita. Non so… a volte ho messo i poster delle mie band, o vestito personaggi come i miei amici. Ho messo facce a me familiari. Una volta anche i numeri di cellulare di un mio amico graffitati su di un muro. Ma non l’ha mai chiamato nessuno ah ah!

- Photoshop è lecito? O tutto a mano?
E’ lecito, ma lo uso quasi esclusivamente per le scansioni. Di solito cerco di finire la pagine a mano.


- Mai creato un fumetto interamente tuo? Scritto e disegnato da te?
No. Ma ho un paio di idee. Vedremo.

- Se ti chiedessero di illustrare un libro per bambini? (diventerebbe un horror?)
No, anzi. Vorrei provare.

- Se tu potessi illustrare una canzone, quale sarebbe? 
  Oddio… Una delle mie, dai. Uno di quei brani fatti quando avevamo vent’anni e credevamo ancora ad un sacco di cose.

- Qual è il kit di lavoro che porterai con te al Picnic festival?
La mia fedele macromina. E i pennarelli. Tanti pennarelli!

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